Vittorio Arrigon
Vittorio Arrigoni (Besana in Brianza, 4 febbraio 1975[1][2] – Gaza, 15 aprile 2011) è stato un reporter, scrittore e attivista italiano. Sostenitore dellasoluzione binazionale (uno stato laico e unico per i due popoli) come strumento di risoluzione del conflitto israeliano-palestinese[3], nonché pacifista[4][5], ha contrastato le politiche sioniste e di pulizia etnica nei confronti della popolazione araba[6]; più volte minacciato, arrestato e pestato dalle forze di sicurezza di Israele, che lo ha inserito nella lista nera delle persone sgradite, ha trovato la morte per mano di un sedicente gruppo afferente all'areajihadista salafita.
Biografia
Nasce a Besana in Brianza, oggi provincia di Monza, da Ettore Arrigoni ed Egidia Beretta, piccoli imprenditori. Ha una sorella, Alessandra. I nonni, antifascisti, avevano combattuto nella seconda guerra mondiale[7], la madre Egidia diverrà successivamente sindaco di Bulciago, il padre Ettore morirà nel dicembre 2011[8]. Dopo il diploma di ragioneria, lavora inizialmente nell'azienda di famiglia, nel mentre si dedica all'aiuto umanitario.[1] Era soprannominato "Vik".
Cooperazione umanitaria
Inizia all'età di vent'anni[9] nell'Europa dell'est, in prevalenza con l'organizzazione non governativa IBO.[10] In Croazia, Russia, Ucraina, Estonia, Polonia, Repubblica Ceca ma anche Perù[9][10] e altri paesi, opera nella ristrutturazione di sanatori, nella manutenzione degli alloggi per disabili o senzatetto e nell'edificazione di nuove abitazioni per profughi di guerra. Successivamente lavora inAfrica (Togo, Ghana e Tanzania) con una cooperativa impegnata contro il disboscamento delle foreste alle pendici del Kilimangiaro e con l'ong YAP, per la quale si occupa della creazione di centri di socialità e centri sanitari.[10]
Nel 2002 è inviato con la ong IPYL a Gerusalemme Est, nella stessa esperienza che vedrà la morte di Angelo Frammartino.[10] A Nablus, nel 2003, collabora con l'organizzazione del politico francese José Bové.[10] Da quell'anno diventa membro dell'ong International Solidarity Movement,[11][12] e si interessa della causa palestinese, schierandosi contro il comportamento dello Stato di Israele verso la popolazione della Striscia di Gaza, criticando la politica autoritaria e teocratica di Hamas nell'amministrazione della Striscia e quella di al-Fath in Cisgiordania[13].
Nel 2005 viene inserito a sua insaputa nella lista nera delle persone sgradite ad Israele. Il 26 marzo dello stesso anno, per questa ragione, è fermato in ingresso alla frontiera con la Giordania. Picchiato dai militari israeliani[14] viene poi abbandonato in territorio giordano e soccorso da militari giordani.[15] Dopo un'interrogazione parlamentare sulla vicenda da parte del senatore Sauro Turroni al Ministero degli Esteri italiano,[14] lo scrittore Amos Oz spiegherà ad Arrigoni che la presenza a Gaza era a suo parere sgradita poiché avrebbe potuto testimoniare contro Israele percrimini di guerra alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia.[16]
Nell'estate 2006 partecipa come osservatore internazionale alle prime elezione libere nella Repubblica Democratica del Congo, accompagnato dal sottosegretario del Ministero degli Esteri italianoPatrizia Sentinelli e col supporto logistico-finanziario del II Governo Prodi.[10][17][18]
Nel settembre 2007 parte in missione umanitaria in Libano, e presso il campo rifugiati di Beddawi lavora all'ampliamento della clinica locale.[9]
Dopo la precedente espulsione, torna passando via mare nell'agosto 2008 a vivere a Gaza come attivista umanitario; al suo arrivo riceve la cittadinaza onoraria palestinese.[19] Dalla Striscia, diffonde informazioni sulle condizioni dei palestinesi gazawi. Nel novembre dello stesso anno è ferito, incarcerato e espulso dall'esercito israeliano per aver difeso 15 pescatori palestinesi che cercavano di pescare nelle proprie acque territoriali.[20][21] Rientra definitivamente a Gaza il 21 dicembre, a bordo della nave Dignity del movimento Free Gaza.[22]
Reporter e scrittore
Particolarmente attivo nella comunicazione via Internet, gestendo più canali di informazione su YouTube e alcuni blog, tra i quali anche uno personale di critica e poesia,[23] Arrigoni era reporter per il quotidiano Il manifesto, per PeaceReporter,[24] per Radio 2 (Caterpillar), Radio Popolare,[25] per l'agenzia stampa InfoPal[26] e commentatore per numerose altre testate italiane ed internazionali. Con ManifestoLibri pubblica nel 2009 il libro Restiamo umani, raccolta dei propri reportage da Gaza, tradotto in inglese, spagnolo, francese e tedesco, con l'aggiunta di un'introduzione dello storico israeliano Ilan Pappé.[27][28][29][30]
Durante l'Operazione Piombo fuso, il suo blog Guerrilla Radio, nato nel luglio del 2004,[31] e i suoi reportage ottengono notorietà internazionale in quanto unico cronista sul campo all'inizio dell'operazione.[32] Il sito di Arrigoni, durante Piombo Fuso diviene il blog più visitato in Italia.[33].
In quel periodo è anche oggetto, con altri membri dell'International Solidarity Movement (ISM), di esplicite minacce di morte da parte di un sito web ("StopTheISM") vicino ad ambienti dell'estrema destra filoisraeliana, e indicato come primo bersaglio.[34][13][35]
Nel 2010, dopo aver in più occasioni dichiarato stima per lo scrittore Roberto Saviano e il giornalista Marco Travaglio («antipode del giornalista medio italiano, a cui una intera generazione di disinformati deve la Ricomparsa dei Fatti», al quale nel 2008 aveva dedicato un canale YouTube[36]), critica duramente alcune forti affermazioni pro-israeliane di entrambi.[37] All'inizio del 2011 èquerelato per diffamazione con il parroco Giorgio De Capitani dalla giornalista del TG1 Grazia Graziadei, a causa di un commento sulla giornalista scritto da Arrigoni nel giugno 2010 inerente a un servizio da lei prodotto su Marcello Dell'Utri.[38][39][40]
Il 4 gennaio 2011 ripubblica sul proprio blog il manifesto dei giovani di Gaza Gaza Youth Breaks Out in segno di protesta e a favore della loro rivendicazione di libertà e democrazia sia dall'occupazione israeliana sia dall'oppressivo regime di Hamas.[41] Nelle ultime settimane della sua vita prende posizione a favore delle rivoluzioni del 2011 in corso in diversi Paesi arabi, con l'auspicio di giungere a maggiore libertà e istituzioni democratiche per le popolazioni musulmane coinvolte.[42]
Rapimento e morte
La sera del 14 aprile 2011 viene rapito da un gruppo terrorista dichiaratosi afferente all'area jihadista salafita[43][44][45], all'uscita dalla palestra di Gaza nella quale era solito recarsi.[46] In un video immediatamente pubblicato su YouTube, in cui Arrigoni viene mostrato bendato e legato, i rapitori accusano l'Italia di essere uno "stato infedele" e l'attivista di essere entrato a Gaza "per diffondere la corruzione". Viene inoltre lanciato un ultimatum, minacciando l'uccisione di Arrigoni entro il pomeriggio del giorno successivo, e chiedendo in cambio della sua liberazione la scarcerazione del loro leader, Hisham al-Saedni, più noto come sceicco Abu al Walid al Maqdisi, e di alcuni militanti jihadisti detenuti nelle carceri palestinesi.[43][47][48][49]
Il giorno successivo, il corpo senza vita di Arrigoni è rinvenuto dalle Brigate Ezzedin al-Qassam nel corso di un blitz in un'abitazione di Gaza;[49][50] secondo le forze di sicurezza di Hamas, la morte sarebbe avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 aprile per strangolamento.[51] L'autopsia svolta successivamente all'Istituto di medicina legale dell'Università Sapienza di Roma confermò i rilievi palestinesi.[52]
Indagini e processo
Nei giorni seguenti, le indagini delle forze di sicurezza di Hamas conducono all'individuazione dei presunti responsabili del rapimento; il 19 aprile 2011 le forze armate di Gaza penetrano nel campo profughi di Nuseirat per eseguire gli arresti. Due terroristi - tra cui il capo, il giordano Abdel Rahman Breizat[53] - rimangono uccisi in un conflitto a fuoco mentre un terzo viene fermato.[54] Fonti dell'organizzazione salafita hanno successivamente dichiarato che la responsabilità del rapimento sarebbe da attribuirsi a un gruppo illegale "impazzito".[55][56]
Il processo per omicidio inizia a Gaza l'8 settembre 2011[57] a carico di quattro soggetti (Abu Ghoul, 25 anni, Khader Jram, 26 anni, Mohammed Salfi, 23 anni, e Hasanah Tarek)[58] e si conclude il 17 settembre 2012 con due condanne all'ergastolo per omicidio e altre due a 10 anni e 1 anno di carcere rispettivamente per rapimento e favoreggiamento.[59][60] La famiglia Arrigoni in quell'occasione si era dichiarata contraria alla pena di morte per gli assassini.[61]
Reazioni internazionali e funerali
L'omicidio di Arrigoni ha suscitato sdegno e proteste in tutto il mondo, ed è stato condannato unanimemente dalle Nazioni Unite e da vari capi di stato. Le autorità della striscia di Gaza hanno tributato un "saluto solenne" con centinaia di partecipanti alla salma di Arrigoni prima del suo trasferimento verso l'Italia.[62]
Per rispettare le volontà di Arrigoni, la famiglia ha disposto che la salma tornasse in Italia passando dall'Egitto e dal valico palestinese di Rafah anziché dal territorio di Israele.[63] I funerali, svoltisi a Bulciago, hanno visto la partecipazione di migliaia di persone giunte da tutta Europa e sono stati celebrati da Monsignor Hilarion Capucci.[64] L'assenza di rappresentanti del governo italiano e di un riconoscimento pubblico in memoria di Arrigoni hanno causato forti polemiche.[64][65]
Tra le molte manifestazioni di affetto, vi fu anche quella di Moni Ovadia, che ha definito Arrigoni "un essere umano che conosceva il significato di questa parola".[66]
Premi
· XVI edizione Premio Borsellino, Premio per l'"Impegno Civile", 2011[67],[68] (alla memoria)
· VI edizione Premio Letterario “Firenze per le Culture di Pace dedicato a Tiziano Terzani”, 2011[69] (alla memoria)
· V edizione Premio Testimone di Pace, Premio speciale "Rachel Corrie", Ovada, 2010[70]
· VI edizione Premio Città di Sasso Marconi «ai grandi comunicatori del nostro tempo», Sasso Marconi, 2009[71]
Vittorio Arrigoni nella cultura popolare
Canzoni
· أناديكم (Unadikum) - canzone di Tawfiq Zayyad, nella versione del DARG team dedicata a Vittorio
· Canzone per Vittorio Arrigoni - Marco Rovelli
· Resto umano - 99 Posse
· End of the Road - Song for Vittorio Arrigoni - Agron Belica
· Capitano Utopia - Massimiliano Tagliente (Vincent Milano)[72]
· Restiamo umani - Filo Monilo
· Restiamo umani…(Stay Human..) - Agnese Ginocchio
· Stay Human - Radiodervish
· Stay Human #1 (Song for Vittorio) - Blake
· Radio guerriglia (A Vik) - Guacamaya
· Ballata per Vik - I Luf
· Restiamo umani - Fedez
· La collina - Lucci Brokenspeakers
Intitolazioni
· ANPI di Ferrara, sez. "Vittorio Arrigoni"[73].
Pubblicazioni
· Vittorio Arrigoni, Gaza. Restiamo umani. dicembre 2008-gennaio 2009, Roma, Il Manifesto-Manifestolibri, 2009 - ISBN 9788872855843.
· Trad. in inglese: Vittorio Arrigoni, Gaza: Stay Human, with an introduction by Ilan Pappe, Markfield Leicestershire, Kube Publishing Ltd, 2010 - ISBN 9781847740199.
· Trad. in spagnolo: Vittorio Arrigoni, Gaza. Seguimos siendo humanos. Diciembre 2008, Julio 2009, Asociación Soukala 2010 - ISBN 978-84-936189-5-7
· Trad. in tedesco: Vittorio Arrigoni, Mensch bleiben, Vorwort von Ilan Pappe, Frankfurt, Zambon Verlag, 2009 - ISBN 978-3-88975-157-7.
· Trad. in francese: Vittorio Arrigoni, Rester humain à Gaza: Décembre 2008-Juillet 2009, Journal d'un survivant, Scribest Publications, 2010 - ISBN 9782953449617
· Vittorio Arrigoni et al., Palestina: pulizia etnica e resistenza, Castelfranco Veneto, Zambon, 2010 - ISBN 9788887826517.
· Vittorio Arrigoni et al., Missione di inchiesta delle Nazioni Unite sul conflitto di Gaza, Francoforte sul Meno, Zambon, 2011 - ISBN 9788887826623.
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